Nicolás Maduro Moros, il presidente in carica in Venezuela, vuole cambiare rotta e spera che l’innovazione possa aiutare a far respirare il suo paese dall’iperinflazione. L’idea quindi è di creare una criptovaluta, il Pedro, ancorarlo al valore dei beni di rifugio, come oro, petrolio e diamanti, per rimediare all’inevitabile deflazione monetaria, dovuta principalmente al dump dell’anno scorso del prezzo del greggio e al successivo default dei moltissimi bond nazionali non performanti. Il debito che Caracas deve rifinanziare ha superato i 120 miliardi di dollari.
Durante una sua intervista alla tv nazionale, Maduro ha affermato che il Petro “Ci permetterà di avanzare verso nuove forme di finanziamento internazionale per lo sviluppo economico e sociale del paese. Evitare embargo nazionale e combattere l’iperinflazione”.
Tuttavia, la critica nei suoi confronti è ancora forte. Anzi, in merito a questa decisione di digitalizzare la moneta, Alexander Guerrero, PhD a Londra, Fellow a Oxford e professore di Economia all’Università Metropolitana di Caracas è molto chiaro: “Maduro offre una criptomoneta centralizzata, pubblica. Cioè il contrario di una criptomoneta. In realtà quello che sta promettendo è di digitalizzare e dematerializzare la moneta. Semplicemente, gli è finita la carta per stampare banconote! Carta, inchiostro e stampa costano ormai troppo, ai livelli di iper-inflazione del Venezuela. Maduro confonde dunque criptovaluta con digitalizzazione. In realtà quello che vuole è applicare il concetto di signoraggio in maniera digitale e continuare a monetizzare il suo incontenibile deficit fiscale all’infinito” ”
La previsione dunque è che il Petro “non avrà successo. Sarebbe semplicemente come buoni di debito esterno smaterializzati e digitalizzati”.
Bitcoin o Petro?
In questo momento l’inflazione in Venezuela è arrivata al 63,8 per cento su base mensile, e al 1800 per cento su base annuale. Il pane costa 18 volte tanto il prezzo dell’anno scorso. I beni di prima necessità scarseggiano.
Tuttavia, i Venezuelani hanno già intrapreso una strada parallela, ma distaccata. Sempre più persone hanno deciso di utilizzare l’energia elettrica nel mining di Bitcoin o di valute decentralizzate. Un dato essenziale: l’energia elettrica in Venezuela è gratuita e pubblica, grazie agli ideali socialisti di Hugo Chavez. Nonostante questo, il governo si è espresso in maniera estremamente contraria, dichiarando che tutti coloro che ruberanno “il bene pubblico” per questi scopi saranno accusati di “frode cibernetica”.
Chi avrà la meglio Bitcoin o Petro? Decentralizzazione o centralizzazione?