Bank of Israel: bitcoin non è una valuta ma un asset finanziario

La Banca Centrale d’Israele ha dichiarato che le criptovalute come il bitcoin sono più simili ad un asset piuttosto che a una valuta.

Nella giornata di lunedì 8 gennaio, ad una riunione del Knesset, parlamento monocamerale d’Israele che detiene il potere legislativo, Nadine Baudot-Trajtenberg, vice governatore della Bank of Israel, ha dichiarato:

Bitcoin e le altre valute digitali non sono delle valute, e non sono considerate valuta estera”.

Cercando di definire la posizione della Bank of Israel all’interno dell’ecosistema delle criptovalute, il vice governatore ha affermato che le valute digitali dovrebbero essere considerate come un “asset finanziario“. Il bitcoin, a suo dire, non si adatta alla definizione legale di valuta che la banca centrale vorrebbe attribuirgli.

Baudot-Trajtenberg ammonisce gli utenti e i possidenti di criptovalute che le possibilità che il sistema abbia un improvviso calo di valore è alto. Questo per due motivazioni principali: la prima è data dalla loro estrema volatilità e, secondo, perché non sono supportate né da enti ufficiali né da banche centrali o governi.

Inoltre, citando i possibili rischi di conformità delle criptovalute con le banche, ha ribadito che la natura anonima delle valute digitali semplifica il riciclaggio di denaro e i crimini finanziari. Le banche, sostiene, dovranno prendere il prima possibile delle misure precauzionali per combattere le attività fraudolente che coinvolgono le criptovalute.

Il dipartimento di vigilanza bancaria della Bank of Israel ha formato un team interno che esaminerà tali rischi e cercherà di trovare delle soluzioni concrete.

Tuttavia, la tecnologia delle criptovalute pone grossi problemi per le autorità quando si tratta di progettare regolamenti.

“La nostra valutazione è che in questo momento c’è una reale difficoltà nel rilasciare linee guida al sistema. Si stanno riscontrando delle difficoltà nel valutare, gestire e monitorare in modo corretto i rischi inerenti a queste attività”

ha aggiunto il vice governatore.

Queste affermazioni seguono le azioni intraprese dal regolatore nazionale dei titoli, l’Israel Securities Authority (ISA). L’istituto sta cercando di bloccare qualsiasi società avente un particolare coinvolgimento nel commercio di bitcoin dalla Borsa di Tel Aviv.

Nei mesi scorsi, un certo numero di banche centrali e di regolatori finanziari hanno emesso degli avvisi sulla volatilità dei prezzi delle criptovalute, che hanno raggiunto dei livelli di capitalizzazione record. Paesi come il Regno Unito, India e Russia hanno recentemente lanciato un allarme sui rischi che si corrono quando si investe in bitcoin.



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