Cosa potrebbe succedere se non ci fosse più la Net Neutrality?

La Federal Communication Commision ha deciso di deregolamentare la net neutrality, favorendo così alcuni servizi a danno di altri. Sono molti giorni che si discute sul rischio che Internet possa perdere la sua più fondamentale caratteristica: la libertà. In questo articolo, il team di Next Generation Currency, analizzerà il problema di una non-neutralità della rete, i suoi riscontri nel ecosistema criptovalute e le possibili soluzioni per risolvere il problema.

Cos’è la Net Neutrality?

La neutralità delle rete, nota in inglese con il termine Net Neutrality è un principio giuridico, riferito alle reti residenziali a banda larga che forniscono accesso a Internet, servizi telefonici e trasmissioni televisive. Una rete a banda larga deve essere priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano, cioè non possono arbitrariamente scegliere quali servizi e contenuti nella rete possono essere ricevuti dall’utente finale. Net Neutrality vuol dire che nessun internet providers può discriminare i contenuti nella rete.

“Per neutralità della rete s’intende il principio secondo cui gli operatori devono gestire il proprio traffico senza discriminazioni che danneggino concorrenza, innovazione e, in generale, i diritti degli utenti e delle aziende web.”



Non Net Neutrality e l’impatto sulle criptovalute

Cosa potrebbe accadere se i grandi colossi come AT&T, Verizon, Telecom, TIM e tutte le altre aziende che operano nel servizio della telecomunicazioni decidessero di discriminare alcuni contenuti online? Se decidessero di ostacolare i dati utili per la diffusione dell’ecosistema delle criptovalute?

In questi ultimi anni, il progresso è stato possibile solamente perché Internet è sempre rimasto uno spazio in cui chiunque poteva costruire qualsiasi prodotto e/o servizio al suo interno, senza che nessuno potesse limitarne la creazione. Lo stesso ecosistema di Bitcoin e successivamente di tutto l’ecosistema decentralizzato è stato reso possibile grazie alla libertà in Rete.

Bitcoin e le criptovalute utilizzano free internet come ossigeno per trasferire i dati in modalità peer-to-peer. La loro forma decentralizzata permette loro di operare liberamente, senza la necessità che un server centrale debba sempre accesso e funzionante.  Tuttavia, senza una vera e propria neutralità nella rete, le innovazioni in questo nuovo settore in esplosione troverebbero un ostacolo decisamente ingombrante affinché lo stesso (settore) possa diventare mainstream al pubblico. Potenzialmente, se non fosse più in vigore la legge sulla Net Neutrality, tutti i siti che operano nel mondo delle criptovalute potrebbero essere chiusi o rallentati, destabilizzando il loro funzionamento.

Come si potrebbe risolvere il problema della Net Neutrality?

Purtroppo, se dovesse verificarsi uno scenario del genere, le alternative sono solamente utilizzate per arginare il problema. Prima di tutto, i servizi legati alle criptovalute potrebbero pagare più fees per avere la stessa copertura in Rete. Tuttavia, AT&T potrebbe anche scegliere che in una determinata area in cui opera, solamente Coinbase ha la licenza di operare, limitando tutti gli altri exchanges. Oppure decidere che nessun exchanges di criptovalute può operare nell’area geografica in cui ha giurisdizione. Una seconda alternativa è utilizzare VPN o utilizzare il darknet. 

Fortunatamente in Europa, per legge, è ancora garantita la neutralità delle rete. Ma cosa accadrebbe se dovesse passare lo stesso provvedimento americano?



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